L’ESTATE DI UNA PITTRICE ovvero SULLA CREATIVITÀ
Questa estate ho dipinto moltissimo.
E credetemi, non è una cosa così ovvia, malgrado il mio titolo di artista.
È un momento, l’estate, del tutto favorevole alla creatività. Non rincorri consegne né passi ore a rispondere alla posta. C’è silenzio. Quest’anno è andata diversamente.
Un lavoro che potrei definire monumentale, di cui avrò modo di scrivere in seguito [☞ spoiler alert!], mi ha impegnato per due mesi, sette giorni su sette. Ho dipinto sempre, ogni giorno, per ultimare la consegna delle opere ad acquerello di un progetto bellissimo.
È stata un’esperienza nuova, straordinaria.
Spinta da agenti esterni, ho dipinto con un approccio diverso, smuovendo un metodo più o meno consolidato. Sono stata portata a ragionare, a muovermi, organizzarmi e quindi creare in modo differente.
Non parlo di procedimenti particolari né di nuove frontiere della pittura, non ho scoperto tecniche che valga la pena di condividere: ho scoperto che le tecniche possono cambiare. Che le nostre capacità di adattamento, con testa e braccia, sono eccezionali.
Quando si è alle prime armi con la tecnica del disegno dal vero, spesso si realizzano copie di immagini fotografiche: per allenare mano e occhi si prende il soggetto da riprodurre e lo si capovolge, lo si mette sottosopra. Togliendo l’idea pura del soggetto, si dipinge con più fedeltà e concentrazione.
In parole povere, nuove strade portano a risultati sorprendenti.
Scoprire di riuscire a modificarmi è stato rigenerante. Nel senso letterale del termine: ha generato nuove cose. Non solo nuove opere o nuove idee, ma nuovi metodi per affrontarle. Infiniti, direi.
☞ Di evoluzione e nuovi ruoli parlo anche QUI, in un post di qualche tempo fa.
Foto: ©Serena Groppelli per Effe Tre Fotostudio